La galleria Lia Rumma presenta al pubblico, nel proprio spazio milanese, la prima mostra italiana dell’artista cileno Alfredo Jaar.
In occasione di questa prima mostra italiana Jaar approccia la figura di Antonio Gramsci, uno degli intellettuali e pensatori politici la cui eredità ha più profondamente innervato la cultura del Novecento, non soltanto in Italia; gli scritti gramsciani, principalmente quelli del carcere, hanno infatti conosciuto un’ampia diffusione, tra l’altro, in Sud America.
Il suo progetto prevede la ricostruzione della cella di Antonio Gramsci e una serie di lightbox con fotografie scattate a Roma. Tutte le fotografie rappresentano situazioni di scissione. In modo meno metaforico e più diretto anche la cella fa riferimento a una situazione di profonda separazione e di allontanamento. Opposte pareti specchianti riflettono all’infinito le sbarre dando l’impressione di un loro moltiplicarsi e proliferare. Le inferriate delle finestre della galleria retrostanti la cella contribuiscono ulteriormente a questa impressione.
Jaar crede in una correlazione tra etica ed estetica e in un ruolo attivo e socialmente responsabile dell’artista, la sua installazione costituisce un invito a recuperare i legami e i valori del sociale che l’opera di Gramsci sottende e rappresenta.