Gursky nasce nella Germania dell’Est, a Lipsia, nel 1955. Trasferitosi a Düsseldorf, dove tuttora vive e lavora, è allievo di Bernd e Hilla Becher, che tanto contribuirono all’instaurarsi di una nuova forma di oggettività in fotografia. Da loro si allontana però precocemente, adottando la fotografia a colori e di grande formato. A partire dal 1992 comincia ad elaborare digitalmente le sue fotografie.

Nelle sue immagini l’aspetto compositivo è sempre accuratamente studiato.

Gursky rappresenta, nella loro assoluta evidenza, paesaggi urbani e umani, scene d’insieme nelle quali il piccolissimo e il grandissimo risultano visibili con identica nettezza. Adotta punti di vista diversi, alternando vertiginosi sguardi dall’alto (Cairo I, 1992) a riprese ad altezza d’uomo. Con apparente astensione emotiva rispetto al soggetto fotografato, ma evitando sempre di rappresentare una "massa", sottolinea l’ampiezza che le dinamiche collettive hanno assunto nella nostra società, (per esempio il flusso invisibile delle transazioni economiche che avvengono in Borsa, (Hong Kong Stock Exchange, 1994), nonché l’esistenza di forme geometriche e seriali in natura e in architettura (Fortuna, 2000; Shangai, 2000).

Allo stesso modo, malgrado il suo senso acuto del dettaglio, egli elude ogni intento aneddotico. Nelle sue foto l’appiattimento dei piani induce nello spettatore una sensazione di esclusione, e la messa a fuoco dei dettagli crea straniamento. Gursky stabilisce così una distanza, rendendo impossibile ogni partecipazione.

In mostra saranno visibili le foto Untitled X, 1999; Tote Hosen, 2000; Shangai, 2000; Fortuna, 2000.

L’artista sarà presente in galleria durante l’inaugurazione.

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