Nella video-installazione del 1995 Cleaning the Mirror, per esempio, l'artista riprende un'azione della durata di tre ore nella quale tiene in grembo uno scheletro e lo pulisce energicamente seguendone con le dita i contorni, indagandone i vuoti; in Cleaning the Mirror II lo stende sul proprio corpo nudo e lo fa muovere al ritmo del respiro.
Nel 1997 realizza Balkan Baroque, complessa installazione al cui centro è collocata una montagna di ossa di animali. Per molte ore ogni giorno Abramović sta seduta sul cumulo e, cantando, raschia e ripulisce le ossa. Un recupero delle proprie origini culturali, una reazione emotiva alla guerra dei Balcani, un senso di lutto e di purificazione sono compresenti in questa azione dal forte valore rituale che le vale il Leone d'Oro alla Biennale di Venezia.
In occasione dell'attuale mostra, che riprende il titolo Cleaning the mirror, l'artista teatralizzerà ancora una volta il tema della complementarietà e del rispecchiamento tra la vita e la morte attraverso una performance in cui di nuovo il suo corpo, inteso come veicolo di energia per eccellenza, vivrà nel confronto diretto con uno scheletro umano, simbolo di morte. Verrà esposta inoltre, una serie di fotografie realizzate in occasione del ritorno di Marina Abramović a Belgrado nel 2003 dopo più di vent’anni. Alcune di queste fanno riferimento alla figura leggendaria di Tesla, scienziato balcanico del XIX secolo al quale si attribuisce la frase “la scienza non è nient'altro che una perversione se non ha come fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell'umanità" e a cui la città di Belgrado ha dedicato un museo. In Count on us, chorus, invece Marina Abramović “protetta” da uno scheletro, dirige un coro di bambini vestiti di nero che cantano l’inno dell’ONU, mentre in Count on us, star viene riproposta una nuova versione di una delle sue primissime performance: l’artista è circondata da bambini che con i loro corpi formano una stella a cinque punte nera: la stella del futuro incerto. Con questa mostra l'artista sottolinea dunque una volta di più come il sentimento della vita scaturisca proprio dal confronto fondamentale con la morte e ribadisce la necessità di affrontare l'esistenza con consapevole pienezza e con vitale energia.