Marina Abramovic è nata in Montenegro nel 1946. Sin dagli esordi, a Belgrado negli anni Settanta, è stata una delle protagoniste indiscusse della scena artistica internazionale. Il corpo è sempre stato lo strumento delle sue performance, l’autocontrollo ed i limiti fisici e mentali il suo parametro. Questo l’ha spinta a realizzare azioni incentrate sulla resistenza fisica, psicologica ed emotiva nei confronti del dolore, dello sfinimento e del pericolo, intesi come agenti di una trasformazione personale che permette di attivare canali di comunicazione al di là del razionale. La relazione con il pubblico costituisce, per Marina Abramovic, fonte di energia e di riscontro rispetto all’effetto catartico e liberatorio dei suoi interventi.
La prima performance risale al 1973. Si tratta di Rhythm 10: mettendo in atto la rivisitazione di un gioco russo, l’artista colpisce velocemente, con un coltello che tiene in una delle mani, lo spazio tra le dita allargate dell’altra mano, appoggiata su un tavolo, finché non risulta aver ferito la mano 20 volte. A questo punto, avendo registrato l’azione, riavvolge il nastro e ripete il gioco tagliandosi venti volte esattamente negli stessi punti, cercando di fondere passato e presente. Le prime performance, assolutamente effimere, furono documentate esclusivamente attraverso immagini crude, in bianco e nero, e attraverso brevi testi descrittivi.
La riflessione sulle modalità espressive di Abramovic non può essere disgiunta dalla considerazione delle sua personalità. Lei stessa dichiara che l’artista non può che trarre dal proprio vissuto l’ispirazione e il materiale su cui lavorare. Per Marina Abramovic parlare del futuro significa riportare alla luce il passato. Con l’installazione che presenta in occasione della sua prima mostra presso la Galleria Lia Rumma, l’artista ripercorre la propria vita e la propria carriera di performer attraverso una serie di video in cui compaiono intensi primi piani del suo viso realizzati nel corso delle performance stesse e per la prima volta sarà presentato un video realizzato quest’estate a Stromboli.