Il nuovo progetto dell’artista egiziana Sabah Naim esce dai confini delle pareti e occupa fisicamente lo spazio della galleria. Si tratta di un’installazione composta da leggerissime tele trasparenti sospese al soffitto, sulle quali sono stampate immagini singole a grandezza naturale della popolazione cairota. I teli obbligano l’osservatore a perdersi in un percorso labirintico che intende rievocare l’atmosfera caotica delle vie del Cairo, mentre la fragilità e la trasparenza del tessuto ci rimandano alla delicatezza espressiva e formale dell’arte araba. Le foto, scattate direttamente dall’artista o prelevate da giornali locali e vecchi album di famiglia, ci offrono una visione variegata della popolazione. Militari, anziani, ragazzini, donne sintetizzano la molteplice gamma culturale e sociale dei passanti. Sabah Naim vuole porre l’accento sulle relazioni tra gli individui e sulle difficili possibilità di contatto nella frenesia della vita contemporanea. La trasparenza dei tessuti crea uno stato di ambiguità tra realtà e finzione, obbliga ad un rapporto diretto con i soggetti e spinge a sentirsi parte integrante dell’opera.

Il lavoro di Sabah Naim può essere considerato una sorta di reportage visivo che muove dalle sue vicende personali e familiari per spostarsi verso le origini culturali della sua terra. Le sue opere nascono da una combinazione tra immagini fotografiche, pittura e collage. Le immagini, quasi sempre in bianco e nero, sono spesso accostate ad elementi decorativi che rievocano nei motivi e nei colori il linearismo aniconico della tradizione artistica araba. In questo modo, al realismo dei personaggi, portatori del loro vissuto individuale, si contrappone l’astrazione del segno. In alcuni lavori questo contrasto tra astrazione e figurazione è accentuato dalla presenza di giornali o di frammenti cartacei che, arrotolati o ripiegati secondo rigorosi schemi geometrici, sono posti accanto alle foto e conferiscono al supporto una consistenza materica.

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