a cura di Germano Celant e Eduardo Cicelyn
Nell'ottobre del 1968 Marcello e Lia Rumma, una giovane coppia di collezionisti salernitani, chiamò Germano Celant, storico dell’arte ventottenne già militante nei circuiti dell’avanguardia, a curare quella che oggi si definirebbe una mostra-evento. A distanza di oltre quarant'anni, infatti, nessuno può più dubitare che la mitica “Arte Povera più Azioni Povere” negli antichi Arsenali d'Amalfi sia stata una tappa fondativa del movimento che rinnovò la prassi e l'immaginario artistico dell'Italia degli anni Sessanta in una prospettiva internazionale. Oggi la mostra nella Chiesa Donnaregina, si propone come la settima stazione di “Arte Povera 2011”, complessa serie di esposizioni in alcuni tra i più prestigiosi musei italiani, che aspirano a fare il punto su un'esperienza artistica ancora attuale nella carica propulsiva della sua poetica. Sono state scelte per questo appuntamento opere storiche di Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Gianni Piacentino, Michelangelo Pistoletto, e Gilberto Zorio, in alcuni casi installate per la prima volta ad Amalfi. Sono stati inseriti lavori del medesimo periodo di Pierpaolo Calzolari e di Giuseppe Penone, due protagonisti dell'Arte Povera che però non furono presenti in quell’occasione.