I tre lavori, intorno ai quali Lamelas ha costruito la sua seconda personale da Lia Rumma (la prima si tenne a Napoli nel 1972 quando la giovane gallerista aveva appena cominciato ad intrecciare la sua storia con i protagonisti dell’arte concettuale), ripropongono altrettanti momenti cruciali della sua rigorosa ricerca.
Sulla scia concettuale di Signaling of Three Objects(1968), Lamelas ha creato un nuovo lavoro in marmo (in omaggio agli antichi maestri della scultura italiana).
Dos Espacios Modificados, realizzato per la prima volta nel 1967 in occasione della Biennale di Sao Paulo in Brasile, dove vinse il primo premio per la scultura, occupa il primo piano della galleria. La struttura in alluminio che doppia quasi letteralmente la semantica dell’architettura, consiste di due parti: A (all’interno) e B (all’esterno) che contengono la stessa quantita’ di “spazio cubico”. Si tratta della prima volta, dal 1967, che l’opera e’ stata ricostruita per lo spazio di una galleria. Nella sua concreta proiezione sulla terrazza, ridefinisce il rapporto tra contenitore e contenuto, tra interno ed esterno.
A completare la mostra, al secondo piano della galleria, l’artista ha scelto di realizzare Time as Activity – a Milano e Napoli, (2013-2014), proseguendo la serie di film che hanno avuto inizio nel 1969 a Duesseldorf. Scardinando l’idea del tempo come successione ordinata di eventi, Lamelas in Time as Activity – ce lo ha efficacemente spiegato Benjamin Buchloh – “isola le dimensioni della temporalità e dell’istante, impegnandosi nel difficile compito di rappresentare il tempo come pura durata, in una sospensione che non conosce né anteriorità né posteriorità”.