Nella sua quarta mostra con la galleria, l'artista statunitense presenta sei opere in dialogo tra loro. Tre nuovi lavori, Ghost Chance (2019), Locked Grooves (2009-19) e Place Holder (2019) sono intervallati da Is a Bell Ringing in the Empty Sky e Loop Through, entrambi del 2005, e dalla serie SELF ( ) (2016). Noto per la ricerca sul linguaggio e i media elettronici, per la mostra di Napoli Hill, diversamente, lascia spazio a tracce linguistiche soltanto nei titoli. Anche l'estetica è contenuta, poichè l'artista abbraccia una modalità decisamente più concettuale.
Entrando in galleria il visitatore si confronta subito con la serie SELF ( ), cinque sculture in acrilico bianco che variano da semplici forme quadrate ad altre geometriche più enigmatiche – tutte con una lente/occhio al centro.
"… Ma nel tempo e in seguito alla visione reiterata delle forme pure, subentra un turbamento. Una contrastante consapevolezza che la vera intimità del sé (non il volto su cui si sofferma lo sguardo, ma i capelli, la carne e la stoffa che lo rivestono, da cui lo sguardo è assorbito) a essere restituita come mera apparenza, mentre ciò che identifichiamo con il "sé", il nostro volto e la sua espressione, svanisce." http://garyhill.com/work/mixed_media_installation/self-series.html
Nello spazio grande della galleria si trova Ghost Chance, che dà il titolo alla mostra, un'installazione audio/video di sei proiezioni. Tutte le immagini in movimento sono fotogrammi di porzioni di dischi in vinile che riprendono le minuscole fluttuazioni di luce che attraversano i solchi dei dischi. Evocano nel loro insieme il nero dello spazio, i corpi celesti e l'incessante movimento rotatorio. Il suono è solo quello della polvere e dei graffi, che creano casuali schemi ritmici.
Ad occupare le due speculari stanze a volta sono due opere video realizzate con l'attrice Isabelle Huppert: Is a Bell Ringing in the Empty Sky e Loop Through. Nella prima, Huppert diventa un ritratto in movimento, che rivela un’ampia gamma di sottili cambiamenti di comportamento ed emozioni: disagio, intensità, noia, giocosità, fastidio, agitazione, timidezza... eppure, nulla accade se non per un momento, quando si sente un aeroplano volare dall’alto. Nella seconda, la persona/attrice ha lo sguardo fisso su uno dei due obiettivi, creando una relazione triadica tra lo spettatore, Huppert, e, in un certo senso, il suo doppio.
A seguire, il video Place Holder mostra l'artista che lancia ripetutamente una moneta, finché non la fa cadere fuori dal fotogramma, e a quel punto il suono della moneta che colpisce il terreno diventa il centro della scena. L'azione, quasi a mettere in discussione il caso, o la speranza di un risultato diverso, tocca anche questioni di intelligenza artificiale, come un’eco alla doppia, raddoppiata Isabelle Huppert.
La mostra si conclude con Locked Grooves (termine tecnico che si riferisce alla scanalatura interna di un disco in vinile, a forma di anello chiuso, che blocca il braccio del giradischi e la sua puntina, impedendogli di entrare nell'area dell'etichetta), un'installazione video a dieci canali che utilizza piccoli schermi a schermo piatto che mostrano volti di persone che indossano cuffie. Non sappiamo cosa stiano ascoltando, ma lo immaginiamo, forse iniziamo ad ascoltare mentre osserviamo i sottili cambiamenti nel loro comportamento e nelle loro emozioni.
In un certo senso tutte queste opere e in particolare come sono installate qui e ora hanno qualcosa a che fare con il vicino nulla.