La Galleria Lia Rumma di Napoli inaugura, mercoledì 27 marzo 2024, la mostra personale di William Kentridge dal titolo Waiting To Forget Something.

L'artista sudafricano noto a livello internazionale per i suoi film animati, disegni, arazzi, sculture e produzioni teatrali e liriche, torna ad esporre a Napoli da Lia Rumma (la prima volta fu nel 1999) presentando un poetico e variegato corpus di opere su carta e sculture recenti, confermando la sua capacità di tenere insieme la natura delle emozioni e della memoria, il rapporto tra desiderio, etica e responsabilità.

Una lunga striscia di disegni di uguali dimensioni, tratti dal ciclo di opere You Whom I could not Save (Te che non ho potuto salvare) del 2023, create per l’omonima mostra di Palazzo Branciforte (Palermo), corre sulle pareti della prima grande sala della galleria. Su vecchi fogli di registri contabili siciliani, l’artista ha delineato a inchiostro, carboncino e pennarelli colorati una sorta di ironico e surreale teatro di marionette che al posto della testa esibiscono oggetti e strumenti di uso quotidiano, ma anche volti noti di protagonisti della storia, dell’arte, della letteratura, delle scienze, da Frida Kahlo e Diego Rivera a Franz Fanon, Aimé Césaire, Lilya Brik, Joséphine Baker. Kentridge ripercorre metaforicamente in questo teatro dell’assurdo il viaggio via mare che nel 1941 alcuni intellettuali europei in fuga dalla guerra e dalle persecuzioni naziste intrapresero alla volta del Nuovo Mondo. Uno spostamento attraverso l’Atlantico che, ieri come oggi, ci riporta ai tanti viaggi nel Mediterraneo di migranti che dall’Africa cercano la salvezza sulle nostre coste. I fantasmi del passato e del presente convivono, come racconta l’artista, proiettando “il disegno di un mondo al contempo reale, surreale e mitologico”.

A far da collegamento ad altri due importanti progetti “italiani” dell’artista sudafricano (Waiting for the Sibyl e Triumphs&Laments), ci sono due disegni di grandi dimensioni: una sentenza sibillina sostiene l’immagine di un albero, le cui foglie sembrano potersi muovere e disperdere come la carta su cui sono disegnate; nel secondo disegno sono riprese alcune scene del fregio del lungotevere di Roma, ormai quasi dissolto, che sovrappongono la nostra storia passata alla più recente.

In mostra anche alcune sculture colorate, Paper Procession (2023), realizzate da ritagli degli stessi registri contabili che, come un collage trasferito su sottili fogli di alluminio, danno corpo e forma ad altre poetiche e giocose silhouette antropomorfe. Le Seven figures (2023) in bronzo formano una processione di elementi cari al lessico artistico dell’artista, mentre un’altra serie di figure, create in collaborazione con la costumista Greta Goiris, sono composte da strumenti di lavoro che si animano come marionette abbigliate di carta o tessuti.

La mostra si chiude con il film City Deep, 11° capitolo dei Drawings for Projection, una raccolta di film d'animazione disegnati nel corso di 30 anni. Qui il protagonista Soho Eckstein, un magnate dell'industria mineraria assetato di potere, si muove nelle sale della Johannesburg Art Gallery mentre i dipinti si trasformano rivelando i suoi ricordi tormentati e il paesaggio esterno, lacerato, si fonde con gli interni del museo.

La nuova serie di 9 episodi di William Kentridge, Self-Portrait as a Coffee Pot, sarà presentata in anteprima a Venezia il 17 aprile 2024, in un'installazione all'Arsenale Institute for the Politics of Representation, curata da Carolyn Christov-Bakargiev.