MARINA ABRAMOVIĆ | Group Show | Marina Abramović and MAI in dialogue with Joseph Beuys | Museum Schloss Moyland
Artista
Marina Abramović
Data
13 luglio – 26 ottobre
Location
Museum Schloss Moyland, Bedburg-Hau, GermanyAm Schloß 4, 47551 Bedburg-Hau, Germany
Nel 2005 Marina Abramović ha riproposto sette celebri performance, tra cui How to Explain Pictures to a Dead Hare di Joseph Beuys, con il consenso degli artisti o dei loro eredi, creando una preziosa documentazione oggi alla base delle ricerche condotte dal Joseph Beuys Archive e dal Museum Schloss Moyland in collaborazione con il Marina Abramović Institute (MAI).
Su queste basi, un gruppo di artisti internazionali realizzerà nuove performance site-specific e di lunga durata al museo, per riattivare la collezione dedicata a Beuys. Per la prima volta, il MAI co-organizzerà una mostra di un mese al Schloss Moyland, durante la quale gli artisti svilupperanno progetti ispirati alla ricerca svolta in loco negli archivi e nelle collezioni, superando le tradizionali regole museali in favore di pratiche più sperimentali.
I Am Hymns of the New Temples è una mostra site-specific che trasforma completamente La Grande Halle di LUMA Arles in un’esperienza immersiva, capace di confondere i confini tra il metafisico e il reale. Al centro dell’allestimento c’è l’antica Pompei, la leggendaria città rimasta sepolta per secoli sotto cenere e detriti vulcanici. Il suo straordinario stato di conservazione offre una testimonianza affascinante della diversità culturale che ne ha forgiato l’identità unica, situata al crocevia tra civiltà e rotte commerciali. Intrecciando storia, racconti e narrazioni contemporanee, Shawky reinterpreta il mito greco della creazione attraverso una spettacolare coreografia di movimenti, immagini e suoni, accompagnata da elementi scultorei e pittorici inediti. Il risultato è una riflessione poetica e potente sul bisogno umano di comprendere e dare senso al mondo che ci circonda.
Nel 2005 Marina Abramović ha riproposto sette celebri performance, tra cui How to Explain Pictures to a Dead Hare di Joseph Beuys, con il consenso degli artisti o dei loro eredi, creando una preziosa documentazione oggi alla base delle ricerche condotte dal Joseph Beuys Archive e dal Museum Schloss Moyland in collaborazione con il Marina Abramović Institute (MAI). Su queste basi, un gruppo di artisti internazionali realizzerà nuove performance site-specific e di lunga durata al museo, per riattivare la collezione dedicata a Beuys. Per la prima volta, il MAI co-organizzerà una mostra di un mese al Schloss Moyland, durante la quale gli artisti svilupperanno progetti ispirati alla ricerca svolta in loco negli archivi e nelle collezioni, superando le tradizionali regole museali in favore di pratiche più sperimentali.
Dal 26 luglio al 31 agosto 2025, Castelbasso diventa di nuovo capitale dell’arte contemporanea con una mostra personale di Gilberto Zorio, figura centrale dell’Arte Povera e protagonista indiscusso della scena artistica italiana e internazionale. Curata da Ilaria Bernardi, la mostra — allestita nelle sedi di Palazzo De Sanctis e Palazzo Clemente — propone un’incursione emozionante nei 60 anni di attività dell’artista, attraverso una selezione di 30 opere iconiche, dalla metà degli anni Sessanta fino ad oggi.
Ideato da Haim Steinbach in concomitanza con la sua mostra al MACS, il progetto Objects for People presenta sei individui di diversa estrazione sociale, ripresi nelle loro case mentre parlano degli oggetti che hanno sistemato nel loro ambiente quotidiano. Le interviste sono state condotte in modo informale, senza un questionario prestabilito. Gli oggetti, selezionati all'inizio di ogni incontro, sono stati poi prestati dai proprietari per la durata della mostra, passando dalla sfera privata allo spazio pubblico del museo. In questa installazione, tolti dal loro contesto domestico, sono disposti dall'artista e presentati in tandem con le registrazioni video. Di età compresa tra i 14 e i 98 anni, i partecipanti a questo progetto hanno un tratto comune: coltivano relazioni uniche e rituali con i loro oggetti. Le interviste approfondiscono i diversi modi in cui queste relazioni si manifestano: nei legami che gli oggetti stabiliscono tra loro, nei modi in cui le persone si connettono tra loro attraverso gli oggetti o nelle loro funzioni sociali più ampie come marcatori di identità e distinzione. Questi ritratti rivelano in modo sottile come gli individui interagiscono con gli oggetti che li circondano e cosa cercano di esprimere attraverso la loro selezione, presentazione e giustapposizione.
MACS, Hornu, Belgium
Grand-Hornu, Rue Sainte-Louise 82, 7301 Boussu, Belgium
In occasione del 50° anniversario della Talbot Rice Gallery, viene presentata una mostra personale dell’artista egiziano Wael Shawky, allestita sia negli spazi contemporanei sia in quelli neoclassici della galleria. La mostra riunisce due importanti lavori filmici di Shawky: la serie Cabaret Crusades, che racconta le Crociate dal punto di vista arabo attraverso marionette in vetro di Murano, e Drama 1882, opera lirica dedicata alla rivoluzione nazionalista di Urabi e agli eventi che portarono all’occupazione britannica dell’Egitto. Entrambe le opere riflettono sulla costruzione della storia, mettendo in discussione verità assolute e narrative dominanti. Accanto ai film, l’esposizione presenta marionette, sculture in vetro, disegni e oggetti scelti da Shawky dalle collezioni islamiche e bizantine dell’Università di Edimburgo. La mostra celebra il lavoro di Shawky e onora la memoria dello storico David Talbot Rice, proiettando la galleria verso il futuro come spazio di dialogo globale tra arte e storia. La mostra è curata da Tessa Giblin e sostenuta da Edinburgh College of Art, Creative Scotland, Henry Moore Foundation, The Alwaleed Centre e in collaborazione con l’Edinburgh International Festival.
Talbot Rice Gallery, The University of Edinburgh
University of Edinburgh, The University of, South Bridge, Edinburgh EH8 9YL, UK
La Fondazione Ravello e la Galleria Lia Rumma presentano Le Donne dell’Antichità di Anselm Kiefer a Villa Rufolo dall’11 luglio al 26 agosto 2025, in occasione del Ravello Festival. La mostra indaga la figura femminile come forza generativa, distruttiva o iniziatica, attraverso personaggi della storia romana, della mitologia greca e nordica, raffigurati come presenze archetipiche o simboliche, in opere fatte di materiali come piombo, libri, gesso e fotografie di rovine. Il percorso si sviluppa tra gli spazi e i giardini storici di Villa Rufolo, in dialogo con l’architettura e il paesaggio.