"Anacronismo" è costituito da lastre di vetro specchiato poste sopra piccoli cumuli di sabbia, che catturano e riflettono gli affreschi sulle pareti circostanti; nasce così un'inedita interazione tra la posizione dell'osservatore nello spazio e gli stimoli visivi che lo circondano. Il titolo vuole suggerire una sorta di cortocircuito temporale, lo stesso che si crea quando lo spettatore si espone con lo sguardo - qui e ora - a un'immagine del passato remoto.
"Anacronismo" segna il ritorno dell'artista a Spoleto, a più di cinquant'anni dalla sua partecipazione al Premio Spoleto (1966) e alla storica mostra Undici artisti italiani degli anni Sessanta (1967), curata da Giovanni Carandente a Palazzo Ancaiani.