Giuliano Dal Molin è nato a Schio (VI) nel 1960.
Attualmente vive e lavora a San Vito di Leguzzano (VI).
La svolta nel suo lavoro artistico avviene alla fine degli anni Ottanta, quando Dal Molin sceglie la via dell'astrattismo. Inizialmente, le opere manifestano un dialogo tra materiali come metalli, polveri e pigmenti. Rilievi e forme essenziali – concavi/convessi – tendono quasi ad azzerare il colore di cui rimangono solo delle velature, “tracce del gesto del dipingere”.
Nel 1984, 1989 e 1991 le sue opere vengono selezionate per la partecipazione alle collettive presso la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia; nel 1992 ha una sala personale presso la stessa Fondazione e nel 1993 partecipa alla 45ª Biennale di Venezia.
A partire dal 1997 compare con forza il colore, inizialmente con campiture monocrome e in un secondo momento con intensi contrasti e profonde dissonanze. In questi anni l’opera si espande nello spazio circostante, diventando spesso un polittico non più a parete ma poggiato a terra, forte di una relazione continua tra elementi.
Le forme verticali e orizzontali sono una ricerca di dialoghi tra piani, curve, luci, in un costante e stretto rapporto tra pittura e scultura.
Gli anni Duemila portano all’evoluzione delle idee degli anni precedenti, con una ricerca sviluppata sulla tridimensionalità, che porta l’artista ad indagare sulle forme architettoniche.
Le opere sono pensate in virtù di un saldo legame sia tra loro che con l’ambiente circostante, in un rinforzo reciproco e continuo.
Accompagna questa fase un’accurata ricerca sul colore, che parte dalla storia della pittura per poi manifestarsi nelle opere tridimensionali, nei progetti e nei disegni, risultato di un processo di sintesi volto a togliere l’eccesso e il superfluo per dare voce al colore e alle forme.
Nel 2016 Giuliano Dal Molin ha la sua prima mostra personale presso la Galleria Lia Rumma di Napoli.
Nel 2017 partecipa alla collettiva “L’emozione dei colori nell’arte” presso il Castello di Rivoli (TO).