La mostra “Folding The Sea Into Dresses That Dissolve Like Salt” esplora il ritmo della convivenza: la ricerca della libertà pur restando connessi, il contatto che trascende i confini. Il significato non è ancorato a mete fisse, ma emerge attraverso relazioni, movimenti e un battito condiviso.

Ispirata alla metafora del compasso in A Valediction: Forbidding Mourning di John Donne, la mostra descrive un movimento che si espande verso l’esterno mentre un piede resta saldamente piantato a terra. Nella poesia di Donne, il compasso simboleggia due amanti uniti nonostante la distanza fisica; qui, in modo analogo, rappresenta un lato radicato mentre l’altro esplora il mondo. Si tratta di un’esperienza che non cerca direzione, ma ritmo; come il legame invisibile e indissolubile tra due amanti, il movimento nella mostra rimane fedele al proprio centro pur aprendosi verso l’esterno.

Questo approccio rispecchia l’isola stessa. Leros è al tempo stesso terra solida e ritmo mutevole. I confini dell’isola si dilatano con il mare, il vento e la memoria, formando una narrazione frammentata ma interconnessa.