WOLFGANG LAIB | Una montagna da non scalare. Per Monet
Artista
Wolfgang Laib
Data
6 marzo – 8 luglio
Location
Musée de l'OrangerieJardin des Tuileries, 75001 Paris, France
Questa presentazione raggrupperà opere realizzate appositamente dall’artista per l’architettura particolare del museo, in dialogo con questa ode alla natura e alla bellezza che sono le Ninfee di Monet. Nelle opere di Wolfgang Laib, nato in Germania nel 1950, la natura invade l’arte. I suoi materiali, il polline, il latte, il riso, la cera d’api, determinano quindi la forma finale delle sculture dalle forme geometriche semplici progettate dall’artista (quadrati, coni, allineamenti). Ognuna delle sue opere viene quindi presieduta da una serie di gesti semplici e parsimoniosi che ingaggiano una relazione con la natura.
Dal 9 ottobre 2024, la Collezione Pinault presenterà alla Bourse de Commerce una grande mostra dedicata all'Arte Povera. Tra patrimonio e influenza, la mostra presenta oltre 250 opere storiche e contemporanee di questo importante movimento artistico italiano degli anni Sessanta.
Dal 10 ottobre 2024 al 2 febbraio 2025 Palazzo Reale a Milano presenta Ugo Mulas. L’operazione fotografica, una delle più ampie e dettagliate retrospettive dedicate a uno dei suoi autori più importanti, curata da Denis Curti e Alberto Salvadori, propone un taglio inedito che trova il suo principale nucleo narrativo nella città di Milano, colta nelle sue molteplici sfaccettature.
The Drawing Hall, lo spazio che mette il disegno contemporaneo al centro della sua indagine, riapre il 4 ottobre con Paradossi dell’abbondanza, la mostra personale di Marzia Migliora a cura di Alberto Fiz, visitabile fino al 17 novembre 2024. Alla base del progetto espositivo, come di prassi per questo spazio alle porte della città di Bergamo, il disegno emerge come fondamentale strumento di ricerca della produzione nelle arti visive contemporanee.
Electric Op è la prima grande mostra che esamina come l'arte Op degli anni Sessanta e Settanta si sia relazionata non solo con i macchinari industriali, ma anche con i nuovi media elettronici dell'alba dell'era post-industriale. Proprio nel momento in cui gli artisti Op iniziarono a realizzare opere che mettevano in cortocircuito i nostri sistemi ottici, le nuove tecnologie video e digitali iniziarono a riformattare la natura delle immagini e il nostro modo di vedere. È forse più di una coincidenza che le linee ondulate dell'arte Op ricordino i segnali video elettronici o che le sue griglie suggeriscano la struttura pixelata degli schermi digitali? In effetti, molti artisti Op si sarebbero orientati verso l'uso di queste tecnologie, alcuni già alla fine degli anni Sessanta, mentre allo stesso tempo molti dei primi artisti video e digitali si sono apertamente ispirati all'arte Op. In questo modo, l'Op art divenne più che il capitolo finale dell'astrazione geometrica modernista; fu anche il primo movimento artistico dell'Età dell'Informazione globale, preannunciando la trasformazione della visione da una modalità di percezione incarnata a un processo algoritmico eseguito dai sistemi informatici che oggi producono ed elaborano le immagini.
Gary Hill ha intitolato la mostra Loop Through, riferendosi a un'opera singola e suggerendo un percorso o un circuito da cui sperimentare le opere selezionate. Le sue installazioni multimediali, le sue performance e i suoi lavori video incorporano un'ampia gamma di materiali e tecnologie, insieme a diverse preoccupazioni linguistiche. Dai suoi primi esperimenti con il video e il suono alle sue complesse installazioni intermedie, Hill ha sempre sfidato le nozioni convenzionali di percezione, coinvolgendo il pubblico con opere d'arte che operano su più livelli. Le installazioni spaziano dalle proiezioni silenziose dell'“essere” al confronto con la fisicità, fino alle ambiguità tra interno ed esterno. Le opere sono state collocate strategicamente per riflettere tutti gli spazi industriali che costituiscono il cuore dell'Art & Design District Palma, con un totale di sei spazi industriali e otto installazioni.
Cutting Clouds | Tagliando le nuvole è un programma di azioni legate dal comune denominatore dell'effimero e dell'impermanente. Il titolo fa riferimento a Cloud Scissors, un'opera concepita all'inizio degli anni Sessanta da George Brecht. Alcune carte che dettano luoghi, tempi e modalità forniscono le istruzioni per un possibile happening combinato, attingendo a molteplici eventi: indicazioni casuali da seguire per spostare i confini creativi attraverso il gioco e la sperimentazione. Gli strumenti lasciati in eredità da Brecht forniscono così lo stimolo per un esercizio di immaginazione. Negli spazi liminari del museo, interventi e opere presentano una potenzialità, un'idea di incompiutezza adottando diversi media: video, pittura, poesia, grafica, fotografia, scultura, disegno, suono e performance. Cutting Clouds riflette il movimento delle nuvole che scorrono fluide e prendono forma attraverso il nostro sguardo, cambiando ma senza mai ripetersi, evolvendo così attraverso operazioni che mirano a innescare la creatività potenziale apprezzando il casuale, l'improvvisato e l'indeterminato.
Museo Madre, Museo d'arte contemporanea Donnaregina