WOLFGANG LAIB | Una montagna da non scalare. Per Monet
Artista
Wolfgang Laib
Data
6 marzo – 8 luglio
Location
Musée de l'OrangerieJardin des Tuileries, 75001 Paris, France
Questa presentazione raggrupperà opere realizzate appositamente dall’artista per l’architettura particolare del museo, in dialogo con questa ode alla natura e alla bellezza che sono le Ninfee di Monet. Nelle opere di Wolfgang Laib, nato in Germania nel 1950, la natura invade l’arte. I suoi materiali, il polline, il latte, il riso, la cera d’api, determinano quindi la forma finale delle sculture dalle forme geometriche semplici progettate dall’artista (quadrati, coni, allineamenti). Ognuna delle sue opere viene quindi presieduta da una serie di gesti semplici e parsimoniosi che ingaggiano una relazione con la natura.
Alla Bienal Internacional de Arte y Ciudad de Bogotá 2025 (BOG25), l'artista cileno Alfredo Jaar ha presentato la sua celebre opera Estudios sobre la felicidad (1981), un'installazione che interroga il pubblico con la domanda: «¿Es usted feliz?». Questa provocazione visiva è stata riproposta all'interno della mostra Nunca fuimos felices dell'artista peruviano José Carlos Martinat, esposta presso l'Edificio CAR di Bogotá L'opera di Jaar, attraverso la sua domanda semplice ma incisiva, stimola una riflessione profonda sulla condizione umana e sulla ricerca della felicità, temi universali che risuonano con forza anche nel contesto urbano contemporaneo.
Il 25 settembre 2025 l’artista cileno Alfredo Jaar ha vinto l’undicesima edizione del Prix Pictet, un prestigioso premio internazionale che unisce fotografia e sostenibilità. Il riconoscimento gli è stato assegnato per la sua serie fotografica intitolata The End, esposta al Victoria and Albert Museum di Londra. Questa serie si concentra sul Gran Lago Salato dello Utah, un ecosistema fondamentale che sta rapidamente prosciugandosi a causa dell’eccessivo prelievo d’acqua, definito dagli scienziati come una vera e propria “bomba ambientale nucleare”. Jaar ha scelto di rappresentare questa tragedia ambientale attraverso immagini di grande bellezza e tristezza, stampate in un formato piccolo e discreto, quasi come un “sussurro visivo”, un lamento silenzioso per il pianeta che sta soffrendo.
Da diversi mesi ormai, le opere di Paolo Icaro presenti in musei e spazi pubblici sono state coperte dallo stesso artista, come segno di lutto per Gaza.
La mostra Counting the Rice di Marina Abramović al Centre Pompidou-Metz è un’installazione partecipativa in cui i visitatori sono invitati a sedersi a un tavolo e separare manualmente migliaia di chicchi di riso e lenticchie. Il gesto è semplice, ripetitivo e meditativo, ma carico di significato: attraverso questa pratica, l’artista invita il pubblico a rallentare, a concentrarsi, ad ascoltare sé stessi e a entrare in uno stato di presenza profonda, quasi rituale. Non si tratta solo di osservare un’opera, ma di diventare parte dell’opera stessa: chi partecipa diventa esecutore, performer. Il lavoro pone domande sul nostro rapporto con il tempo, la ripetizione, il silenzio e la resistenza mentale in un mondo sempre più frenetico. In questo contesto, un’azione quotidiana come contare e separare i chicchi si trasforma in un atto simbolico e quasi spirituale.
Centre Pompidou-Metz
1 Parv. des Droits de l'Homme CS 90490, 57000 Metz, France
La mostra Marina Abramović all’Albertina Modern di Vienna è una grande retrospettiva che ripercorre l’intera carriera dell’artista, dai primi lavori negli anni ’70 fino alle opere più recenti. Al centro dell’esposizione c’è il corpo come strumento artistico e simbolo di resistenza, trasformazione e ritualità. Vengono presentate performance storiche come la serie Rhythm, le collaborazioni con Ulay, opere partecipative e installazioni più recenti. La mostra affronta anche temi come il comunismo, l’identità balcanica, la spiritualità e il rapporto con la natura. È un’esperienza immersiva e intensa che invita il pubblico a riflettere sul significato del corpo, del tempo e dell’arte stessa.
Balkan Erotic Epic è una nuova e audace opera performativa creata dall’iconica artista Marina Abramović. Considerata la più influente artista di performance al mondo, il lavoro trasformativo della Abramović ha raggiunto milioni di persone – dall'apertura del Pyramid Stage al Glastonbury Festival fino alla sua residenza al Museum of Modern Art di New York. Ora presenta uno dei suoi spettacoli più ambiziosi di sempre a Manchester. Un rituale di quattro ore in cui il mito antico incontra l’arte performativa, Balkan Erotic Epic esplora l’erotismo, la spiritualità e le tradizioni della terra natale della Abramović attraverso 13 scene viscerali. Portato in vita da un cast di oltre 70 performer, danzatori, musicisti e cantanti, l’esperienza si dispiega all’interno degli spazi di Aviva Studios. Il pubblico è libero di scegliere il proprio percorso – con incontri improvvisi che punteggiano l’azione, unendo i corpi in danza, canto e rituale. Senza compromessi, intima e sacra, con Balkan Erotic Epic Marina Abramović rivendica il corpo come luogo di potere, mistero e trasformazione.