WILLIAM KENTRIDGE | Camere con vista. Aby Warburg, Firenze e il laboratorio delle immagini | Mostra Collettiva | Gallerie degli Uffizi, Firenze | Opening 19 Settembre 2023
Artista
William Kentridge
Data
19 settembre 2023
Location
Galleria degli Uffizi, Firenze, ItaliaPiazzale degli Uffizi, 6, 50122 Firenze FI
The End of the World, la prima mostra dell’artista cileno Alfredo Jaar presso Le Patinoire Royale Bach, si concentra sulle industrie estrattive e sulle catene di approvvigionamento globali dei minerali critici — le risorse naturali necessarie per gli strumenti e le tecnologie essenziali alla nostra vita quotidiana, dai telefoni ai computer fino alle auto elettriche. La mostra ruota attorno a un’unica opera, The End of the World (2023-2024), composta da dieci dei minerali più preziosi al mondo: cobalto, terre rare, rame, stagno, nichel, litio, manganese, coltan, germanio e platino. Mentre guerre per le risorse incombono in tutto il pianeta — dalla devastazione causata dall’estrazione del litio nel deserto di Atacama, in Cile, terra natale dell’artista, fino all’esplicito imperialismo delle minacce dell’ex presidente statunitense Trump di annettere la Groenlandia e alle trattative pubbliche sull’accesso alle risorse naturali dell’Ucraina — The End of the World porta a Bruxelles, capitale d’Europa, la capacità dell’artista di farci sentire l’ingiustizia del mondo.
Siamo lieti di annunciare che il 10 settembre 2025, presso il Teatro dal Verme di Milano, si terrà un evento del MITO SettembreMusica: la Sinfonia n. 10 in mi minore op. 93 di Dmitrij Shostakovich, accompagnata dalla proiezione del film “Oh to Believe in Another World” di William Kentridge. L’esecuzione sarà affidata alla Luzerner Sinfonieorchester, diretta da Michael Sanderling. Un’occasione unica per vivere il dialogo tra la potenza della musica sinfonica e l’immaginario evocativo di Kentridge.
La mostra “Folding The Sea Into Dresses That Dissolve Like Salt” esplora il ritmo della convivenza: la ricerca della libertà pur restando connessi, il contatto che trascende i confini. Il significato non è ancorato a mete fisse, ma emerge attraverso relazioni, movimenti e un battito condiviso. Ispirata alla metafora del compasso in A Valediction: Forbidding Mourning di John Donne, la mostra descrive un movimento che si espande verso l’esterno mentre un piede resta saldamente piantato a terra. Nella poesia di Donne, il compasso simboleggia due amanti uniti nonostante la distanza fisica; qui, in modo analogo, rappresenta un lato radicato mentre l’altro esplora il mondo. Si tratta di un’esperienza che non cerca direzione, ma ritmo; come il legame invisibile e indissolubile tra due amanti, il movimento nella mostra rimane fedele al proprio centro pur aprendosi verso l’esterno. Questo approccio rispecchia l’isola stessa. Leros è al tempo stesso terra solida e ritmo mutevole. I confini dell’isola si dilatano con il mare, il vento e la memoria, formando una narrazione frammentata ma interconnessa.
Il 19 settembre, il Museo Nazionale d’Arte della Romania (MNAR) inaugura la mostra “Flying Carpets” di Thomas Ruff & Transylvania & Anatolia, a cura di Erwin Kessler e aperta fino al 28 febbraio 2026. L’esposizione riunisce 15 tappeti anatolici del XVI–XVIII secolo, conservati nelle collezioni del MNAR di Bucarest e del Museo Brukenthal di Sibiu, accanto a 15 tappeti contemporanei di Thomas Ruff appartenenti alla serie d.o.pe, ispirata a The Doors of Perception di Aldous Huxley. Le opere di Ruff, realizzate attraverso manipolazioni digitali e software frattali, sono stampate su tessuti neutri con motivi astratti e colorati che evocano colonie organiche, formazioni cosmiche e fantasie decorative orientali. La mostra mette in risalto l’incontro tra tradizione e modernità, tra locale e globale, offrendo una riflessione sulla natura ibrida del presente.
Siamo lieti di annunciare il ritorno di Shirin Neshat come regista dell’Aida di Giuseppe Verdi per la stagione 2025/26 dell’Opéra Bastille di Parigi. Lo spettacolo, presentato per la prima volta al Festival di Salisburgo nel 2017, ha subito diverse modifiche in occasione della ripresa del 2022 e verrà proposto in una nuova versione rielaborata a settembre 2025 all’Opéra di Parigi, trasformandosi così in un’opera d’arte in costante evoluzione, capace di continuare a risuonare nel mondo contemporaneo. Come scegliere tra l’amore per un generale nemico e l’amore per la propria patria? È questo il dilemma affrontato da Aida, principessa etiope ridotta in schiavitù in Egitto, che deve anche confrontarsi con la rivalità di Amneris, figlia del Faraone, innamorata dello stesso uomo, Radamès. Sarà però la fiera Amneris a implorare i sacerdoti di perdonare Radamès, dopo che quest’ultimo tradisce involontariamente un segreto militare. In quest’opera, rappresentata per la prima volta nel 1871 al Cairo, Giuseppe Verdi alterna scene epiche, come la celebre marcia trionfale, ad arie intime come “Celeste Aida”. Se il contesto della creazione dell’opera deve molto all’egittomania di moda nel XIX secolo, i temi di Aida sono tanto universali quanto senza tempo. Questo emerge anche nell’allestimento dell’artista visiva iraniana Shirin Neshat che, al suo debutto all’Opéra di Parigi, pone l’accento sulla crudeltà del fanatismo religioso, tanto rapido nell’opprimere le donne.
A settembre 2025 torna all’Aquila il festival internazionale di performance d’arte, danza, musica e teatro, con un’edizione dedicata al linguaggio, all’identità e alle relazioni. Tra gli appuntamenti da non perdere il venerdì 12 settembre c'è la performance di Domenico Antonio Mancini, Il nostro zucchero quotidiano, in programma dalle ore 12 alle 14 e dalle 17 alle 19. Un’azione itinerante che attraversa la città su un’ape – il celebre tre ruote simbolo della vendita ambulante nel Sud Italia – trasformata in strumento poetico. Al posto dei richiami di mercato, il megafono diffonderà le parole di Mahmoud Darwish, restituendo al tessuto urbano un inedito paesaggio sonoro. Nel pomeriggio, dalle ore 17, la performance farà tappa nel piazzale dell’Accademia di Belle Arti, invitando il pubblico a un momento di ascolto e condivisione collettiva.